Gennaio 1970
...ancora
La platea dell’Istituto Comprensivo attinge a questo bacino d’utenza ed è molto diversificata nelle sue componenti, accanto a bambini e ragazzi seguiti e motivati allo studio, è presente una fascia di alunni fortemente deprivati e demotivati, con conseguenti difficoltà sia in ambito scolastico che sociale. La maggior parte degli alunni proviene da famiglie di ceto medio, attente alle esigenze ed ai problemi dei ragazzi, ma accanto a queste ( in aumento negli ultimi anni in cui la crisi economica ha dissestato le condizioni di molte famiglie) altre non seguono i propri figli adeguatamente, o per una limitata capacità formativa, o per una totale delega alla scuola della responsabilità educativa; d’altra parte esse a volte sono depositarie di valori sociali, culturali ed educativi distorti, in contrasto con quelli proposti dalla scuola stessa. Inoltre è evidente il cambiamento del tessuto familiare che, da punto di riferimento stabile nella formazione educativa dei ragazzi, appare sempre più fragile per motivi sia di ordine interno alla famiglia stessa (divorzi, famiglie allargate, disoccupazione, difficoltà economiche, ecc.) sia perché ha perso la leadership formativa che è stata assunta dai media. L’ azione educativa della scuola, rispondendo in termini di arricchimento dell’offerta formativa, ai bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi, si sforza di contrastare modelli proposti da una società omologata dalla comunicazione di massa, che insegue il successo economico e d’immagine, prospettandone altri, carichi di idealità forti, ispirati dalla cultura, dal dovere, dal rispetto ed offrendo ai ragazzi un luogo in cui “farsi” comunità, quella scolastica, “palestra” per quella civile.